Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 73

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madrigale 2


Ben so che non si trovano parole
che muover possan te a benivolenza
di chi ab aeterno amar non destinasti;
ché 'l tuo consiglio non ha penitenza,
né può eloquenza di mondane scuole
piegarti a compassion, se decretasti
che 'l mio composto si disfaccia e guasti
fra miserie cotante ch'io patisco.

E se sa tutto 'l mondo il mio martoro,
il ciel, la terra e tutti i figli loro,
perché a te, che lo fai, l'istoria ordisco?
E s'ogni mutamento è qualche morte,
tu, Dio immortal, ch'io adoro,
come ti muterai a cangiar mia sorte?

Commento dell'Autore

Qua argomenta ch'e' non dovesse pregare: primo per lo Fato risoluto nell'eterna volontà; secondo, perché non ci è eloquenza che possa persuader Dio; terzo, perché quel che vuol dire, lo sa tutto il mondo, tanto più Dio che lo fa o permette, ecc.; quarto, perché non può mutarsi, s'egli ha così ordinato: perché ogni mutamento è qualche morte, secondo sant'Augustino; dunque ecc. Queste ragioni sono risolute in Metafisica e Teologia; ed appresso risponde in parte.

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