Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 28

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madrigale 10


Visto gli eroi e filosofi più pruove
che 'l cibo e 'l generar fallano spesso,
e 'l figlio tralignante perde al padre,
invece di servar, l'esser commesso,
punti d'Amor divin (cui par che giove
più propagar le cose più leggiadre),
sprezzâr la parte per lo tutto; e 'l seme,
pria in tutti gli enti la Bontà lor madre
mirando, amando han sparso e la sembianza
di lor senno e possanza,
di Dio ampliati ad usanza,
in tutto almen l'uman genere insieme,
in detti, in fatti ed opre alte e supreme.

E preser l'alme belle ad impregnare
di lor virtù, che trae(a) di vaso in vaso
lor vita, ma pur manca a lungo andare,
ché solo Dio resiste ad ogni caso.

Commento dell'Autore

Dice che, vedendosi mancar la conservazione in sé o ne' figli, perché tralignano o non gli potemo avere, gli filosofi e gli eroi si consultâro ad eternarsi in fama, e fecero gesti eroici e beneficii immortali al mondo, scrivendo, dicendo ed operando cose grandi. Talché lasciâro la sembianza loro, non ne' figli, ma nelle memorie, e L'amplificâro per tutto il genere umano, e pigliâro figli di virtù, e non di carne, ad allevare ed amare; li quali eternano la lor sembianza e nome. Ma pur questo modo d'eternità manca, poiché Pitagora e tanti filosofi ed eroi non hanno più vivo il nome, ché si perderono i libri e statue loro. Dunque, solo Dio resiste a tutti casi, che non ha composizione d'essere e non essere, come gli secondi enti, secondo la Metafisica dell'autore dichiara.

Note di GLP

(a) L'originale reca: trage (Scelta 1622, 31).

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