Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 24

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madrigale 4


Chi tutte cose impara, tutte fassi,
qual Dio, ma non del tutto ed in essenza,
com'è la Cagion prima.

Ch'alma di tanta stima
far cose vive sol con l'intendenza
potria e del spazio comprendere i passi;
quanti il freddo e caldo hanno
gradi, e momenti il moto,
e del tempo gli instanti;
quanti angeli, e vie il lume, e corpi ha il vòto;
le riforme, che a lor vengono e vanno,
i rispetti, e sembianti;
quanti atomi in ogni ente e come stanno.

Commento dell'Autore

L'uomo, che tutte le cose impara, si fa, qual Dio, tutte cose; e questo lo dice Dionisio Areopagita, allegato pur da san Tomaso. Ma non però è Dio, sì perché non può tutte imparare, sì perché non si fa tutte per essenza, com'è Dio ogni cosa per essenza eminentemente. E chi fosse tale, saperebbe ogni cosa; saperebbe tutto 'l libro avanti che lo leggesse, e sol con l'intelligenza potrebbe far le cose; come le fa Dio, chi è esse, onde le fa senza fatica.

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