Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 79

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79
madrigale 5


Credendosi i demòn malvagi e fieri6
indiavolarmi con l'inganni loro,
benché con mio martoro,
m'han fatto certo ch'io sono immortale;
che sia invisibil più d'un consistoro;
che l'alme, uscendo, van co' bianchi e neri,
e co' fallaci e veri,
a cui più simil le fe' il bene e il male,
che più studiâro in questa vita frale.

Commento dell'Autore

6 L'utilità, la quale e' cavò d'aver visto gli diavoli e trattato con esso loro, è ch'egli s'accertò che ci sieno anche degli angeli ed un'altra vita; e che però trattano con gli uomini, perché alla schiera de' buoni o rei ha l'uomo d'aggregarsi dopo la morte, secondo a chi si fece simile di loro con le operazioni buone o rie. Appartenghiamo dunque ad un'altra vita. Se no, perché tratterebbono con esso noi?

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