Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 24

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madrigale 3


Spirto puro, qual luce, di tutti enti
ben s'inface, e gli intende in quella guisa
ch'essi in se stessi sono;
ed a sorgere è buono
a giudicar, di quel che gli si avvisa,
il resto e gli simìli e i differenti.

Ma l'impuro infelice,
qual rossor rosse scorge
le cose, e non come enno,
e d'una in altra(a) sembianza mal sorge:
laonde il natural mentire indice,
ma non lo scaltro, un senno
di natura corrotta e peccatrice.

Commento dell'Autore

Bisogna ben notare questo madrigale, dove si mostra che lo spirto puro, come luce s'infà (afficitur, vocabolo nuovo) di tutt'i colori e gli rappresenta come sono, così egli di tutti gli enti; e però gli giudica come sono, e non sa mentire, né vuole. Ma lo spirto impuro, fuliginoso, non si infà se non come egli è infatto; e, come il rosso occhiale rappresenta le cose rosse, e non quali sono, così l'impuro le sente, e però è per natura mendace. Ed è segno di natura corrotta e viziosa, quando mente non per industria, bisogno e sagacità, ma naturalmente in tutte le cose suol mentire.

Note di GLP

(a) L'originale reca: ed una in altra (Scelta 1622, 20).

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