Tommaso Campanella, Scelta d'alcune poesie filosofiche, n. 19

Precedente Successiva

19
Alla morte di cristo


Morte, stipendio della colpa antica,
dell'invidia figliuola, e del niente
tributaria, e consorte del serpente,
superbissima bestia ed impudica:
credi aver fatta l'ultima fatica,
sottoposto al tuo regno tutto l'ente,
contra l'Omnipotente omnipotente?
Falsa ragion di Stato ti nutrica.

Per servirsi di te scende all'abisso,
non per servir a te: tu l'armi e 'l campo
scegli, e schernita se' da un crocifisso.

S'e' vive, perdi; e s'e' muore, esce un lampo
di deità dal corpo per te scisso,
che le tenebre tue non han più scampo.

Commento dell'Autore

San Paolo disse: «Stipendium peccati mors». La Sapienza: «Invidia Diaboli mors introivit». Che sia figlia del niente, è dichiarato in Metafisica. Come Cristo vinse la morte morendo, è noto tra' teologi, ed io non dichiaro qui se non i sensi occulti e proprii dell'autore.

Precedente Successiva

Schede storico-bibliografiche